Canto l'arme pietose e 'l capitano
che 'l gran Sepolcro liberò di Cristo.
Molto egli oprò co 'l senno e con la mano,
molto soffrì nel glorioso acquisto;
e in van l'Inferno vi s'oppose, e in vano
s'armò d'Asia e di Libia il popol misto.
Il Ciel gli diè favore, e sotto a i santi
segni ridusse i suoi compagni erranti.
Questa
è la prima ottava del I canto, con evidente richiamo al virgiliano
"Arma virumque cano" dell'Eneide, come a garantire l'epicità del poema.
Tasso
mirava ad un classicismo moderno e, innanzitutto, si preoccupò di
strutturare il suo poema ricorrendo alla storia, ma creando finzioni
verosimili. Tuttavia l'opera aveva anche un fine dilettevole e per
raggiungerlo integrò la storia con il meraviglioso cristiano.
La
prima crociata si rivelò per Tasso un tema particolarmente fecondo in
quanto, fondeva motivi religiosi e bellici ed essendo anche distante
temporalmente dalla sua contemporaneità, gli permetteva di aggiungere
elementi verosimili e meravigliosi.
Il
vero protagonista è l'esercito crociato ma, importante sarà anche il
ruolo dei musulmani e, di conseguenza, delle forze del male che,
insidiatesi a Gerusalemme li contrasteranno.
Il
poema è strutturato sul principio centrifugo (allontanamento dalla città) e
centripeto (verso la città), per azione di queste forze
maligne. In quanto lo scontro si svolge su due fronti: su quello
orizzontale, dove si scontrano i cristiani e i musulmani e su quello
verticale, dove si scontrano le forze divine e quelle infernali.
In entrambi gli schieramenti, cristiani e musulmani, si distinguono alcuni personaggi ugualmente interessanti.
SCHIERAMENTO CRISTIANO
Godfrey of Bouillon del Maestro del Castello della Manta |
Goffredo di Buglione,
realmente esistito, partecipò alla I crociata. Il personaggio è
ispirato all'eroe Enea e in lui Tasso esprime il modello di unità che
cerca di creare nel poema. Tuttavia il rigore di Goffredo è spesso
minacciato dal dubbio e dalla difficoltà di tenere unito l'esercito.
Rinaldo,
personaggio indispensabile per la buona riuscita dell'impresa, è un
eroe impulsivo e valoroso che racchiude in sé le caratteristiche della
tradizione cavalleresca.
Tancredi,
è uno dei personaggi più malinconici in quanto vive un forte dramma
interiore, diviso tra l'amore per Clorinda (guerriera musulmana) e il
dovere verso l'esercito crociato.
Sarà anche il responsabile per la morte della donna amata, uccisa per un tragico errore.
SCHIERAMENTO PAGANO
Aladino,
personaggio di invenzione, è di indole feroce che pur essendo ammansita
dall'età si manifesterà facendogli spesso perdere il sangue freddo
necessario per garantirsi la vittoria.
Argante,
è in un certo senso la controparte pagana di Rinaldo, con la stessa
indole impetuosa è anche intimamente invidioso di Solimano.
Solimano,
uno dei cavalieri più potenti e feroci si rifugia presso la corte
egizia dopo essere stato spodestato dal trono di Nicea dai cristiani. Ha
arruolato degli arabi, divenendo così il comandante delle truppe. Il
suo animo è sempre velato da una consapevolezza della fragilità del
destino umano.
Clorinda, donna-guerriera che scoprirà in punto di morte la sua femminilità, dopo un'infanzia difficile.
Armida,
maga che travia con la sua bellezza ed eroticità diversi cavalieri
dell'esercito crociato. Si innamorerà di Rinaldo e, una volta
abbandonata da lui, cercherà vendetta, ma una volta divenuta una donna
remissiva lui accetterà di sposarla.
Erminia, innamorata segretamente di Tancredi, celerà i suoi sentimenti fino alla fine.
Le
vicende del poema iniziano al sesto anno della crociata (Tasso allunga
la crociata da tre a sei anni) quando Dio, scrutando nell'animo dei
cavalieri, sceglie Goffredo come comandante dell'esercito che dovrà
riprendersi Gerusalemme, in quanto la situazione stagnante non lo
soddisfa.
Eletto
capitano dai suoi stessi cavalieri, come annunciato dall'Arcangelo
Gabriele, per volere divino, partirà in marcia verso Gerusalemme
infervorando gli animi degli altri. Arrivati nei pressi della città
inizieranno le loro vicissitudini, in quanto le forze infernali
cercheranno di deviarli dal loro obiettivo. Interessante è che, anche
nel capitolo con la battaglia più affascinante, quella che coinvolge
Solimano incitato dalla furia Aletto (che si scontra con l'esercito
cristiano in piena notte con il cielo sinistramente tinteggiato di rosso
dai poteri demoniaci e con gli stessi demoni che, ad un certo punto,
ricopriranno l'intera volta), lui non è imbrogliato dal potere demoniaco, che infatti non penetra nell'animo umano a meno che esso non sia già indebolito.
La selva incantata,
nel canto tredicesimo è il risultato delle forze infernali
insidiatesi all'interno della foresta di Saron, per impedire ai
crociati di procurarsi la legna per costruire le macchine da guerra.
dark forest di VityaR83 deviantart |
Benché non esattamente a metà poema, questo canto è il punto di svolta della storia.
«La
foresta atterisce e ricaccia i viandanti poiché le sue piante sono
possedute da una potenza demoniaca, ma diventa realtà tangibile, non
scenario immobile, bensì paesaggio vivo e drammatico, solo attraverso le
ombre, le allucinazioni, i terrori onirici di quanti la percorrono e vi
scorgono la propria storia individuale rispecchiata nei fantasmi labili
e struggenti dell'incoscio.» (E. Raimondi, Tasso o la coscienza
lacerata, in Da Dante a Tasso)
I
crociati che cercano di penetrare nella foresta sono diversi e, seppur sempre più in profondità nella selva, tutti falliscono. Una prima volta, gli artigiani
fuggono spaventati già solo alla vista delle ombre degli alberi, ossia
il primo ostacolo. Poi Alcastro, uno dei crociati più valorosi riesce ad avvicinarsi alla foresta rimanendo però bloccato dal secondo ostacolo: un muro di fiamme, che costituisce una sorta di città infuocata. Tancredi , riesce a superare la città infuocata ma, al terzo ostacolo, viene sconfitto dal suo dolore che gli fa vedere in un cipresso, Clorinda, la donna amata appena uccisa dalla sua spada.
Il reiterato fallimento nel penetrare nella selva da parte dei crociati richiede
il ritorno di Rinaldo, in quanto unico in grando di farlo. Il suo
personaggio è un elemento chiave per la risoluzione del conflitto ed è
da colui il quale, secondo Tasso, discende la dinastia Estense, secondo
usanza classica, così come Virgilio aveva fatto discendere Ottaviano
Augusto da Enea, che a sua volta discendeva dalla dea Venere.
Se siete interessanti alla trama per intero, se pur spiegata in modo sbrigativo, vi rimando al mio video in cui ne parlo:
Ho
affrontato questa avventura nel "picciol mondo" della Gerusalemme
Liberata, un po' come i personaggi hanno affrontato la selva incantata.
Dapprima fuggendo a gambe levate solo vedendo la mole della lettura,
come loro sono fuggiti dalle ombre degli alberi. Poi una volta superato
il primo ostacolo mi sono spaventata dello stile di scrittura e della
lingua non esattamente semplice, così come Alcastro è fuggito dalla
città infuocata. Ed infine, prima di innamorarmi completamente e
totalmente di quest'opera, mi sono disperata credendo di non riuscire a
mettere assieme tutte le informazioni che questo poema porta con sé
(avendo l'esame di letteratura italiana che opprimeva il mio cuore),
così come Tancredi si era sciolto in lacrime davanti al cipresso.
Questo vi posso dire: non è una lettura semplice ma, credetemi, una volta aperto questo capolavoro, non potrete più tornare indietro.
Chi di voi è così valoroso ed intrepido da aver affrontato questa lettura o di averne l'intenzione? Ditemi i vostri pareri!
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