domenica 2 novembre 2014

Narciso e Boccadoro - H. Hesse

 "Qualcosa rimaneva che non si poteva esprimere, qualcosa di terribile e anche di prezioso, qualcosa di sprofondato ma d'inobliabile, un'esperienza, un gusto sulla lingua, un cerchio intorno al cuore."


Nel convento di Mariabronn in Germania si incontreranno due figure opposte e complementari: Narciso e Boccadoro.
Narciso, un giovane dotato di doti particolari che ha appena iniziato il noviziato incontrerà Boccadoro, più giovane di  lui di pochi anni, condotto là dal padre. Tra i due si instaurerà subito un rapporto particolare, complice anche una certa attrazione, più spirituale che fisica, dettata dalle loro essenze non ordinarie, anche se così diverse. 
Narciso che si vanta di avere la dote di leggere nell'animo delle altre persone spronerà Boccadoro a lasciare il convento, avendo capito che il giovane era stato mandato là per espiare le colpe della madre, scappata di casa e, di cui aveva quasi cancellato il ricordo. E sempre Narciso, lo inviterà alla ricerca della sua vera essenza che è da artista e non da pensatore, al contrario della sua.

"Tu sei un artista, io un pensatore. Tu dormi sul petto della madre, io veglio nel deserto. A me splende il sole, a te la luna e le stelle, i tuoi sogni sono di fanciulle, i miei di ragazzi."

Anche in seguito all'incontro con la zingara Lisa, inizierà così per Boccadoro un lungo viaggio alla ricerca della madre che rivedrà in ogni donna che incontrerà sul suo cammino, arrivando ad estremizzare la sua ricerca, volgendola alla scoperta della madre primigenia, Eva, generatrice della vita e dispensatrice di morte.
Il suo viaggio non sarà scandito da date o luoghi precisi ma solo dall'alternarsi delle stagioni e dalle descrizioni dei luoghi visitati, per indicarci che il suo viaggio è, prima di tutto, interiore.

Trionfo della morte - Pieter Bruegel

Il viaggio di Boccadoro si farà particolarmente difficile per colpa di una calamità, che ci aiuta a contestualizzare la storia, ossia la peste; descritta magistralmente da Hesse, che la mostrerà nella sua cruda ineluttabilità, descrivendo i cadaveri e la reazione degli uomini divenuti sotto molti aspetti inumani: genitori che abbandonavano i loro figli infetti, i monatti che rubavano dalle case rimaste vuote e che molto spesso, assieme ai morti, seppellivano anche i moribondi. In questo mondo senza più leggi e dominato dalla paura Boccadoro ne uscirà minato nell'animo e nella fede.


Dopo aver a lungo viaggiato, lui e Narciso si rincontreranno, questa volta da pari. L'artista da una parte e il pensatore dall'altra, entrambi dopo aver a lungo cercato la loro vera essenza anche se per strade diverse, riusciranno a dichiararsi il loro affetto rimasto immutato nel corso degli anni. Qui avrà luogo uno scambio interessante di battute tra i due, che cercheranno di comprendere le loro reciproche diversità, con Narciso che afferma di possedere il pensiero puro, ossia di pensare senza rappresentazioni e Boccadoro che, al contrario, vive di immagini. 
Nel penultimo capitolo Narciso riconoscerà l'innocenza dell'arte:
"Il nostro pensare è un continuo astrarre, un prescindere dal mondo sensibile, un tentativo di costruire un mondo puramente spirituale. Tu invece cogli nel cuore ciò che vi è di più instabile e mortale e riveli il senso del mondo proprio in quello che è transitorio. Tu non prescindi da questo, ti dai tutto a esso, e per questa tua dedizione esso diventa ciò che vi è di più alto: il simbolo dell'eternità."

Il libro si svolge come una lunga metafora che si dipana in tre tappe: la dipendenza da Narciso, la vita errabonda e il ritorno. E, alla fine del libro non avremo risposte. Non ci verrà detto quale delle due essenze era la più corretta. Entrambi si scopriranno perdenti ma anche vincitori, in quanto riusciranno a trovare la pace avendo imparato a vivere secondo la natura che più gli era congeniale pur tuttavia non riuscendo a trovare il senso della vita e della morte che tanto andavano cercando. 

IN CONCLUSIONE:

Difficile poter dare un'opinione univoca di questo romanzo che deve, innanzitutto, essere vissuto dal lettore. Le riflessioni e le domande senza risposta che si snoderanno attraverso tutta la storia tramite Boccadoro, sono le stesse che ogni essere umano in cuor suo si pone, prima o poi.
Una riflessione sulla vita e la morte, sull'arte e il pensiero, sulla bontà dell'animo umano e la sua crudeltà in un moto perpetuo, come se l'autore ci avesse voluto mettere difronte all'incomprensibile dualità della vita, in ogni suo aspetto.
Ci sarà anche un'interessante riflessione sulla miopia degli esseri umani dinanzi alle sofferenze degli animali, nel caso specifico dei pesci venduti per strada:

The boy hidden in a fish - David Hockney
"...Alcuni dei quali si arrendevano quieti alla morte, con la bocca dolorosamente aperta e gli occhi d'oro fissi in un'espressione di angoscia, altri invece si ribellavano furenti e disperati. (...) Lo prendeva una viva compassione per quelle bestie e una triste indignazione contro gli uomini; perché  questi erano così ottusi e rozzi e inconcepibilmente stolti e miopi, perché tutti quanti non vedevano nulla, né i pescatori né le pescivendole né i compratori che tiravano sul prezzo; perché non vedevano quelle bocche, quegli occhi spaventati a morte e quelle code che si dibattevano violentemente, non vedevano quella tremenda lotta disperata e vana, quell'insopportabile trasformazione dei misteriosi animali così meravigliosamente belli, che rabbrividivano nell'ultimo lieve tremito sulla pelle morente e giacevano morti e spenti, lunghi e tirati, miseri pezzi i carne per la tavola del ghiottone soddisfatto. Nulla vedevano questi uomini, nulla sapevano e osservavano, nulla parlava loro!"
 
Un romanzo sotto molti aspetti filosofico che, sono certa, porterò a lungo nel cuore.

E voi, lo avete apprezzato? Quali aspetti della storia vi hanno più affascinato?

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