sabato 1 agosto 2015

La rabbia e l'orgoglio, La forza della ragione

"In Italia difendere la propria cultura è diventato peccato mortale."

 Oriana Fallaci scrisse questo libro quasi di getto, accantonando un altro libro che stava scrivendo ormai da anni, seguendo l'istinto che le diceva di liberarsi dalla rabbia che si portava dentro da tempo e che, in seguito all'attentato terroristico dell'11 settembre 2001 si era manifestata più ardente che mai.
Iniziò quindi la stesura di quello che doveva essere un articolo di giornale che ben presto si rivelò essere ben più lungo. Così, per renderlo pubblicabile lo accorciò brutalmente salvo poi renderlo disponibile in modo integrale a tutti con questo libro: “La rabbia e l'orgoglio”. Un titolo potente che già sembra urlarci contro appena lo si prende in mano.
Oriana lo definì, quando glielo chiesero, una predica agli italiani e, sebbene la predica arrivi solo nelle ultime pagine è di una lucidità e di una grinta che vi scuoterà dentro. 
 
La rabbia si sente. Urla dalla carta stampata come non mi era mai successo di vedere. Una scrittura lucida ma sbrigativa che ci fa capire l'impulso e la rabbia che deve avere provato lei mentre batteva i tasti sulla tastiera.
Oriana non ha parole buone per nessuno. Non farà la finta buonista, né la finta tollerante. Nella sua vita giornalistica di orrori ne vide molti e cercherà di renderci partecipi, rinunciando il più delle volte, come a voler dire che sarebbe troppo per noi riuscire a comprendere.
In molti la tacciarono di essere razzista ma lei da queste pagine si difende anche da quelle ridicole accuse, lasciandoci capire che non è contro una razza che lei urla ma contro il fondamentalismo di una religione totalmente estranea al nostro modo di vivere che, tramite i terroristi, sta cercando di imporsi, distruggendo la nostra storia e cultura.

 "L'Europa che sepolta nel torpore brucia come l'antica Troia ha rigenerato  la malattia che il secolo scorso rese fascisti anche gli italiani non fascisti, nazisti i tedeschi non nazisti, bolscevichi anche i russi non bolscevichi. E che ora rende traditori anche coloro che non vorrebberlo esserlo: la paura."

Nel libro uscito qualche anno dopo ossia, La forza della ragione, Oriana analizza in modo più approfondito la questione, portandoci esempi e dati ma sempre perorando la causa occidentale contro il fondamentalismo islamico e analizzando la religione musulmana che, mettendo Allah sopra qualsiasi cosa, anche sopra la legge vede nella separazione tra Chiesa e Stato una cosa innaturale.
Rimprovera anche i vari studiosi, politici e professori che di volta in volta si ergono a difesa della cultura islamica, volendola quasi portare ad essere un faro dell'umanità e offuscando la storia, la cultura e le scoperte in ambito scientifico e medico che invece hanno sempre contraddistinto l'Occidente.
Spiega anche che la religione musulmana non può essere considerata la Seconda Religione dello Stato, dato che lo Stato Italiano non può rappresentare gli immigrati musulmani e gli italiani convertiti, che sono davvero pochi.
Ci racconta anche della storia della piccola cittadina Colle Val d'Elsa, dove hanno rischiato che venisse costruito un minareto enorme, visibile anche a chilometri di distanza e che, solo all'ultimo si è riusciti ad evitare.
Questo e molto altro ci viene raccontato in questo libro che, come ho detto anche prima, è la versione più completa e meno vaneggiante del libro che la fece tanto odiare, ossia La rabbia e l'orgoglio.
 "Nei regimi dittatoriali o assolutisti, spiega Tocqueville, il dispotismo colpisce grossolonamente il corpo. Lo incatena, lo sevizia, lo sopprime con gli arresti e le torture(...).  E così facendo ignora l'anima che intatta può levarsi sulle carni martoriate, trasformare la vittima in eroe. Nei regimi interamente democratici, al contrario, il dispotismo ignora il corpo e si accanisce sull'anima(...). Alla vittima, infatti non dice: 'O la pensi come me o muori.'. Dice: 'Scegli. Sei libero di non pensare o di pensarla come me. E se non la penserai come me (...) sosterrò che sei un essere impuro, un pazzo o un delinquente.  Ti condannerò alla morte civile, ti renderò un fuorilegge, e la gente non ti ascolterà.' (...) Poi aggiunge [Tocqueville NdR] che nelle democrazie inanimate, nei regimi inertemente democratici, tutto si può dire fuorché la verità. (...)  Un'invisibile ma insormontabile barriera all'interno della quale  si può soltanto tacere o unirsi al coro."

Due libri che consiglio assolutamente di leggere. Non fermatevi a La rabbia e l'orgoglio anche se vi ha impressionati o scandalizzati. Provate a leggere anche l'altro libro, dove, come vi ho già detto Oriana cerca di analizzare la situazione in modo più distaccato, anche se il suo pensiero sarà una colonna portante.

E, visto che devo concludere questo articolo, mi sento di dire che, l'unico modo che abbiamo, nel nostro piccolo, per combattere il fondamentalismo islamico o qualsiasi forma di fondamentalismo ed evitare così che la nostra Cultura venga spazzata via, insieme alla nostra memoria storica è AMARE la nostra Cultura.

Non sono le invasioni degli immigrati, come vengono definite, a minacciare la nostra Cultura: siamo noi stessi a minacciarla. Quando ne parliamo male, quando non la studiamo perché è più bello e figo leggere libri stranieri. Quando, addirittura, roviniamo la nostra bellissima e invidiatissima lingua usando parole straniere, come cool, obviously, bookaholic (come si definiscono molti accaniti lettori italiani, che ironia!), midia (pronuncia inglesizzata della parola latina media).
Quindi, italiani, se vogliamo continuare a piangerci addosso e a pensare che l'Italia è un posto orribile, sappiate che non avremo futuro. Siamo già estinti.

Se invece, sentite dentro di voi la forza per voler combattere l'inedia e la sfiducia: aprite un libro italiano, leggete, studiate e portate la nostra cultura in tutto il mondo e non fate sì che il mondo vi porti tutti i suoi scarti facendovi pensare che siano più belli dei nostri tesori.



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