venerdì 21 luglio 2017

Sapete cos'è la DEPRESSIONE?



Oggi il mondo si è risvegliato un po’ più compassionevole o almeno questo è quello che vuole farci credere.

Ieri è morto suicida l’ennesimo personaggio famoso e oggi si improvvisano tutti psicologi, grandi intenditori della vita sotto ogni suo aspetto. Vorrei parlare dei molti commenti che puntualizzano sul fatto che fosse alcolizzato, drogato e di come per questo motivo la sua morte non meriti la compassione della gente ma che anzi, la gente dovrebbe pensare ai malati gravi e alle persone che soffrono per problemi veri.
Questi commenti in particolare li trovo molto simpatici. I "problemi veri”. Perché essere depressi non è un problema vero, per loro.
Queste persone sono così compassionevoli verso chi soffre per “problemi veri” ma non verso coloro che ogni mattina, appena aprono gli occhi, sentono l’inutilità della loro vita. Perché ovvio questi non sono “problemi veri”.
Svegliarsi ogni dannata mattina della tua vita sapendo che è solo un’altra giornata persa, un’altra giornata vuota, un’altra giornata che ti avvicina alla morte, al nulla cosmico, all’annientamento. Nonostante tutto, decidere di alzarsi dal letto invece di continuare a vegetare tra le lenzuola. Alzarsi, andare in bagno, guardarsi allo specchio e provare un conato di vomito nel vedere il proprio volto riflesso in quanto nel riflesso si vede il volto del proprio carnefice, il colpevole che ha reso la propria vita uno schifo. Uscire dal bagno, decidere di andare a mangiare qualcosa, cercando di non pensare a quanto la vita faccia schifo, a quanto nonostante le decisioni che si possano prendere non cambierà nulla. E, a questo punto, c’è chi va a lavorare, chi a studiare, chi rimane in casa perché disoccupato. Pensate che quindi il resto della giornata sia più felice perché si è superata la mattinata? Non pensatelo neppure per un secondo.
Se si lavora o si studia, si dovrà fare i conti con i colleghi, con le vuote parole che accompagnano la maggior parte delle relazioni e che non faranno altro che far sentire la persona depressa, ancora più depressa. 

Vorrei potervi dire che il peggio avviene solo quando si incontra qualcuno che nella vita ha avuto fortuna e che quindi nella depressione si nasconda una malcelata invidia. Invece no. Un depresso non prova neanche invidia. Non prova invidia perché non riesce a vedere nulla al di fuori del proprio dolore. Non riesce a sentire la felicità, di nessuno e quindi neanche della sua. Non riesce a sentire il dolore perché quando incontrerà qualcuno che soffre si sentirà, semplicemente, inghiottire dalle sue ombre, dal mostro che vive dentro il suo essere e che, giorno per giorno, lo divora.
Non c’è luce. Non c’è felicità. Non c’è dolore. NON C’È NIENTE.
Ma non sempre la depressione finisce in un suicidio. Ci sono persone che ci convivono. Perché la depressione non “passa”, una volta che ti ha toccato, ti ha infettato per sempre, infettando tutto il tuo mondo. Quindi non c’è cura. NON C’È NIENTE.
Come dicevo quindi, nel migliore dei casi passa, quella che io chiamo, la fase acuta. Quella fase nella quale vedi tutto così buio e senza via di uscita che riesci a pensare solo alla morte come eventuale fuga, non solo da tutto il dolore che si prova ma anche dal NULLA che si sente dentro.
Ad ogni modo passata questa fase, si riesce, in qualche modo a vedere uno spiraglio di luce e di felicità nel mondo, nella propria vita e in se stessi. Si può arrivare anche a ridere di gusto e ad essere spensierati ma la verità è che la depressione non ti lascia mai. Una volta che se ne viene toccati è come se si venisse marchiati a fuoco e la vita, purtroppo, non sarà più quella di prima. Si potrà essere felici certo ma dietro a questa felicità si sarà, per sempre, consapevoli che il NULLA è in agguato. Basterà una piccola delusione, un piccolo fallimento e questo NULLA tornerà a divorarti senza che tu possa sfuggirgli.
E così, anche un depresso “guarito” continua a vivere la sua vita consapevole della vacuità della sua felicità.
Quindi, vi prego, non venite a dirmi che la depressione non è una vera malattia e che bisogna avere solo compassione di chi ha “problemi veri”. La depressione È un problema vero. Di solito si scatena dopo un fallimento, dopo una perdita, dopo quello che, sono certa, voi chiamereste un “problema vero”. Solo che la depressione resta e non si guarisce. È un marchio, un’onta, un’infamia perché la gente ti vedrà per sempre come quello che “non ha voglia di stare bene”, quello che “non hai amici perché hai un brutto carattere”, quello che “mangi troppo perché ti piace mangiare”, quello che “mangi poco perché segui i modelli sbagliati della società”, quello che, amici miei, si suicida ad un certo punto della sua vita, stanco di essere additato da voi persone benpensanti, oltre che stanco di lottare contro il buio e il nulla che lo mangiano vivo.

Oggi il mondo si è riscoperto essere un po’ più compassionevole o almeno è quello che vuole farci credere, illudendoci che ci sarà redenzione e che invece, come sempre, ti scava la buca, con un calcio ti butta dentro e poi ti ricopre di terra.